Il Friuli Venezia Giulia: tra resilienza e sfide occupazionali
di Enzo Cattaruzzi
Il Friuli Venezia Giulia si trova oggi in una fase cruciale della sua evoluzione economica. I dati più recenti raccontano una regione che, pur mostrando segnali di resilienza, deve affrontare nodi strutturali che frenano la piena ripartenza .
Da un lato, l’export regionale continua a crescere, con risultati significativi verso mercati extraeuropei come Qatar, Arabia Saudita e Messico .
Questo dimostra la capacità delle imprese locali di adattarsi e di cercare nuove opportunità, sostenute anche da strumenti regionali come l’Agenda FVG Manifattura 2030 e il credito agevolato .
Dall’altro, il mercato del lavoro presenta luci e ombre. Nel primo semestre del 2025, l’occupazione è calata dello 0,3%, con una flessione più marcata tra le donne.
Cresce il lavoro dipendente, ma diminuisce quello autonomo, segno di una trasformazione profonda del tessuto produttivo. L’industria tiene, mentre l’edilizia e il settore primario arretrano .
Il report OSEé parla di un “terremoto lento” che ha colpito il FVG negli ultimi vent’anni: una stagnazione che non fa rumore, ma che incide profondamente sulla percezione del benessere e sulla capacità di mobilitare riforme incisive .
Serve una visione coraggiosa. La politica regionale deve saper leggere questa fase non come una crisi passeggera, ma come un’opportunità per ripensare il modello di sviluppo. Investire in formazione, innovazione e inclusione sarà fondamentale per rendere il lavoro più stabile, qualificato e accessibile.
Friuli Venezia Giulia ha le risorse, le competenze e la coesione sociale per affrontare questa sfida. Ma serve uno scatto, una volontà condivisa di costruire un futuro che non sia solo resiliente, ma anche ambizioso.