La Corte di Giustizia dell’UE ha sancito che la designazione di un Paese di origine sicuro deve avvenire per legge e può essere contestata dai giudici. La sentenza riguarda il protocollo Italia-Albania e l’inclusione di Stati come Bangladesh ed Egitto nell’elenco dei Paesi sicuri, senza adeguate garanzie. Secondo la Corte, un Paese non è sicuro se non protegge tutta la popolazione, e le informazioni a sostegno della designazione devono essere accessibili ai richiedenti asilo e alla magistratura. Il verdetto limita la libertà degli Stati nel gestire le procedure di rimpatrio e resterà valido fino al 12 giugno 2026, quando entrerà in vigore il nuovo regolamento UE. Una svolta che rafforza il controllo giuridico e i diritti dei migranti.